Arrivato sull’onda di una carriera importante, pagò l’insubordinazione alla società. Da allora ha iniziato una incredibile parabola discendente
Tanto rumore per nulla, si potrebbe quasi dire parafrasando Shakespeare. Del resto non c’è modo migliore per definire una delle storie più surreali degli ultimi vent’anni rossoverdi. Perchè se è vero che di giocatori sul ‘Sunset Boulevard’ a Terni ne sono arrivati parecchi, quando nel febbraio 2017 la Ternana di Longarini annunciò nientemeno che Mohamed ‘Momo’ Sissoko, in tanti ci avevamo un po’ sperato, che fosse ancora quello d’un tempo. Invece l’unica cosa che aveva mantenuto era il carattere fumantino e la Ternana se ne accorse ben presto.
CHE PALMARES Sissoko arriva a Terni al tramonto della gestione Gautieri, forte di un palmares lungo così: una Liga, una Premier, una Coppa Uefa, due Supercoppe, una Coppa di Francia, una Community Shields. Liverpool, Paris Saint Germain, Valencia, cinque stagioni in serie A con Juventus e Fiorentina: 34 presenze con la nazionale del Mali, persino l’Olimpiade del 2004. Ha 32 anni e Terni è la sua piazza di rilancio perchè dopo aver giocato poco al Levante, la seconda squadra di Valencia, aveva scelto di tentare la strada dell’est, prima allo Shangai e poi al Pune, la più grande squadra della ricchissima serie A indiana.
E’ il 20 febbraio 2017, la Ternana è ultima in classifica e alla sua presentazione (quattro giorni dopo il suo arrivo), mostrando con orgoglio la maglia rossoverde numero 35 (come i minuti che giocherá…. ) non ha dubbi: “Non ho mai fatto la serie B, ma non è un problema. Sono convinto che se lavoriamo e facciamo le cose bene possiamo salvarci. Sono a disposizione dell’allenatore che poi deciderà: io sto bene”.
ER MOVIOLA E invece Sissoko, non sta bene. Non gioca da due mesi, l’ultima volta l’aveva fatto il 2 dicembre 2016, contro l’Atletico de Kolkata e in campo Gautieri lo vede: il giocatore paga la stazza e fa molta fatica. Salta la prima gara col Bari perchè dall’India non arriva il transfer, nella seconda, il 25 febbraio, al Liberati contro il Latina, Gautieri lo lascia in panchina.
Il suo momento arriva tre giorni dopo: la Ternana è di scena a Verona: Sissoko parte in panchina, poi al 10′ della ripresa, con la squadra già sotto 2-0 Gautieri lo getta nella mischia al posto di Di Noia. Sissoko si piazza davanti alla difesa… e lì resta: lento, lentissimo, in ritardo, è costretto quasi sempre ad usare le maniere forti per rimediare. E’ fuori condizione e si vede. Tanto è vero che nella successiva partita, quella che sarà l’ultima della sua gestione, il match interno con la Pro Vercelli, Gautieri lo lascia di nuovo in panchina.
SALUTI (SENZA BACI). La Ternana è sempre più ultima, arriva Liverani che nei primi allenamenti, si rende subito conto della condizione precaria del maliano. Quando arrivano le formazioni del match col Trapani (che i rossoverdi vinceranno in uno stadio vuoto), a sorpresa, Sissoko non è nemmeno in panchina. Per la precisione: non è già più nemmeno a Terni. Il tecnico gli aveva comunicato che sarebbe andato in panchina. Lui per tutta risposta, non è nemmeno salito sul pullman e ha rescisso il contratto. E dire che il giorno della presentazione, cioè appena 25 giorni prima aveva detto: “Io, Ledesma e gli altri che hanno giocato in A dobbiamo dare l’esempio e mettere a disposizione dei giovani la nostra esperienza”.
La risposta del ds Pagni, nella successiva conferenza stampa: “Il calciatore Sissoko ha mostrato intolleranza nei confronti delle scelte tecniche, assumendo un comportamento non consono ad un professionista. Il nostro principio guida da qui alla fine deve essere la condivisione e l’unione d’intenti, per il bene della Ternana Calcio. Chiunque non riesca a sposare la nostra causa e non si sente parte integrante di questa famiglia, può mettersi da parte”.
CADUTA LIBERA. Con buona pace di Sissoko, quella Ternana centrerà una salvezza miracolosa senza di lui. Che dopo Terni, finirà prima nel campionato indonesiano (al Mitra Kukar), poi in quello messicano (all’Atletico San Luis, dove giocherà 6 partite in 6 mesi), infine in quello di Hong Kong (3 partite in tre mesi col Klitche FC), prima di tornare in Francia al Sochaux, col quale ha rischiato la retrocessione in serie C.
Di solito in un mese un giocatore si rimette in sesto…MA quello era veramente il vero Sissoco ?? Chissà non lo sapremo mai