Protagonista dell’approfondimento quotidiano sul rendimento dei singoli calciatori è il centrocampista rossoverde, alla seconda esperienza a Terni. Mezza stagione con qualche lampo e molti momenti difficili
Uno dei molti ritorni all’ovile di questa stagione alla Ternana ha riguardato Antonio Palumbo. Il centrocampista classe 1996, dopo aver lasciato i rossoverdi nell’estate del 2017 (era già stato acquistato dalla Sampdoria un anno prima, ma lasciato ancora a maturare in Umbria), aveva girovagato in prestito prima a Trapani in Serie C, poi a Salerno in B, senza però trovare moltissima fortuna. Gli spazi per lui con la maglia dei campani erano chiusi e dopo appena 5 presenze in 6 mesi arriva la chiamata di Alessandro Calori, suo ex allenatore nella precedente esperienza siciliana e da poco approdato sulla panchina delle Fere.
RITORNO TORMENTATO. L’operazione che riporta il giovane napoletano in maglia rossoverde (a titolo temporaneo fino al 30 giugno) è salutata con entusiasmo da parte dell’ambiente, memore di 4 stagioni (settore giovanile compreso) a buon livello vissute al Liberati. L’inserimento in squadra, però, non è dei migliori: esordisce nell’ultima mezz’ora nel match perso in casa contro la Vis Pesaro, gioca la settimana dopo contro il Renate ma poi è costretto a fermarsi per un infortunio. Tornerà titolare quasi soltanto quasi due mesi dopo, quando già da un pezzo Gallo ha sostituito Calori. Segna l’unico gol stagionale a Vicenza, con un gran sinistro al volo da fuori area che regala il pareggio alla Ternana. Sul finale di stagione la condizione cresce e diventa un punto fermo del nuovo tecnico, anche se commette qualche ingenuità qua e là (vedi doppia ammonizione contro il Sudtirol).
RENDIMENTO. Le doti tecniche e caratteriali non mancano di certo a Palumbo che, anche se a sprazzi, le ha mostrate ancora una volta ai tifosi ternani. A fine campionato sono 10 le presenze totali, di cui 7 dal primo minuto e 3 da subentrato, collezionando un cartellino rosso, due gialli e un solo gol in 646 minuti.