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Meteore rossoverdi- Patrizio Billio, da “Lord Brummel” delle Fere al calcio nel Golfo

Vinse un campionato a Terni giocando poco, poi ha girato molto fra Italia e Regno Unito, anche con qualche storia sportiva spiacevole. Oggi è uno degli uomini di punta del settore giovanile rossonero

Una sola stagione a Terni, quando aveva 22 anni, ma sufficiene per mettere in archivio un campionato vinto. Patrizio Billio è uno dei tanti giocatori passati rapidamente in rossoverde, che poi hanno visto la propria carriera prendere giri strani.

Alla Ternana arrivò via Milan, dopo una stagione alla Virtus Casarano, con i rossoverdi allenati da Luigi Delneri e del presidente Alberto Gianni fortemente decisi a dare l’assalto al campionato. Così fu in quella stagione, con la promozione  che i rossoverdì conquistarono nella celebre trasferta infrasettimanale a Fano, con 6000 rossoverdi allo stadio Mancini a tifare per Borrello e compagni.  Billio partecipò a suo modo: 8 partite appena, chiuso da gente esperta come Giacomo Modica e Bruno Baldari.

Billio gioca una sola partita  dal primo minuto: Ternana-Livorno 1-0, della 21.giornata, venendo sostituito all’8′ della ripresa da Fabio Manganiello. Va meglio in Coppa Italia, dove mette insieme 5 gettoni dei quali 2 da titolare, segnando un rigore nella sequenza  che consente ai rossoverdi di passare il primo turno contro il Frosinone dopo i due pareggi per 1-1 nelle sfide in Ciociaria ed al Liberati.

ELEGANZA. Calcio, ma anche eleganza. Aveva una passione per la moda maschile, fuori dal campo vestiva sempre in maniera molto curata ed elegante, per questo qualche cronista gli affibbiò il nomignolo di “Lord Brummel”, come l’ex ufficiale dell’esercito di Sua Maestà che per la sua cura nei dettagli  è riconosciuto come uno dei simboli dei ‘dandy’. Lui la prendeva col sorriso.

EMIGRANTE… AGGREDITO. Dopo Terni, il Milan lo girò al Monza, poi all’Ancona, quindi cominciò la sua lunga carriera all’estero: Crystal Palace, poi Dundee, campionato scozzese. Qui i fratelli Bonetti, rispettivamente Ivano (allenatore) e Dario (ds) lo mettono fuori rosa insieme all’ex Juve Marco De Marchi.Addirittura subisce un’aggressione, viene portato in ospedale per accertamenti e al ritorno trova pure la propria auto danneggiata. Billio diventa un caso nazionale: se ne interessa l’Associazione italiana Calciatori, ma la sua vicenda finisce persino in Parlamento.

Gioca poco (25 partite in tre anni), ancora meno all’Aberdeen (10 partite), poi torna in Italia, dove chiude la carriera fra B e C, ultima stagione in C2 alla Colligiana.

MILAN, MA SUL GOLFO. Il Milan, primo amore e squadra che lo ha lanciato lo riabbraccia due anni dopo il suo ritiro: dalla stagione 2011-2012 è infatti  il direttore tecnico della  Milan Academy in Kuwait, a Loyac. Il club rossonero non concede facilmente i propri tesserati alla stampa locale. Billio però aveva parlato di questa sua esperienza ai giornali arabi. Al quotidiano Arab Times aveva dichiarato: “Il nostro obiettivo principale è quello di fornire ai bambini una formazione così che possiamo avere una squadra competitiva, ma che al tempo stesso i bambini si divertano. Abbiamo migliorato immensamente, ma non sono soddisfatto. Dobbiamo  migliorare ancora e diventare più competitivi. Da quando sono venuto qui, abbiamo seguito una chiara metodologia in Accademia, vogliamo costruire l’uomo ed al tempo stesso il giocatore. Abbiamo circa 100 bambini. Sappiamo che il loro numero aumenterà, di conseguenza aumenteranno anche le nostre sedute  settimanali . Siamo molto attenti alla qualità del nostro lavoro, il rapporto allievi/allenatore è strettamente di 15 bambini per un allenatore”

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