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Dichiarazioni shock nel girone della Ternana, la Lega Pro interviene d’urgenza

L'esterno della sede della Lega di serie C
L'esterno della sede della Lega di serie C

Il neo dirigente e socio di un club avversario delle Fere scatena il putiferio. La società si dissocia, ma la vicenda arriva anche in Parlamento

“La camorra è una scelta di vita, io ho sempre rispettato loro, loro hanno rispettato me, dire che è una montagna di m… no“. La dichiarazione choc arriva da Nicola Di Matteo, neo amministratore delegato del Teramo Calcio, formazione che milita nel girone della Ternana.

Parlando all’emittente di San Benedetto del Tronto Vera Tv, l’imprenditore campano si è lasciato andare a considerazioni che hanno inevitabilmente scatenato il putiferio: “La camorra? Io ho sempre rispettato anche loro”. “La camorra è una scelta di vita?”, gli chiede il giornalista. E l’ad ribadisce: “È una scelta di vita, per me. Ognuno fa la sua vita. Tutti i camorristi della mia età io li conoscevo da bambino. Quando avevo 16 anni io ho preso e sono scappato. La camorra è una montagna di merda? No. Loro hanno scelto una vita, io un’altra. Loro hanno sempre rispetto nei miei confronti, io ho rispettato loro. Mi hanno lasciato vivere la mia vita“.

Dichiarazioni poi parzialmente corrette, attraverso una nota nella quale però sostanzialmente conferma, sia pure con toni diversi: “Non rinnego la mia terra, né le mie origini, ci mancherebbe, così come fa parte del mio animo rispettare tutti, ma ribadisco un concetto già affermato, per evitare ulteriori malintesi: ognuno di noi ha il diritto di scegliersi la sua strada e di disegnare il proprio percorso, ma quel tipo di vita non mi piaceva, né la reputo raccomandabile”

COMITATO ETICO. La Lega Pro, ha immediatamente segnalato le parole di di Di Matteo alla Procura federale e ha attivato il proprio Comitato etico, presieduto dal prefetto Francesco Cirillo. “La Camorra è una organizzazione criminale, nulla può accomunarci. Noi siamo e saremo contro sempre, senza se e senza ma. Una dichiarazione assurda e vergognosa“, ha tuonato il presidente Francesco Ghirelli.

IL TERAMO: NON PARLAVA PER NOI. Evidentemente nella bufera anche il Teramo calcio, che in una nota si dissocia dalle dichiarazioni dell’imprenditore il quale  “non si trova in condizioni di incompatibilità con le norme di cui alla Legge 231/01, nè con il Codice Etico, non ricopre ancora formalmente la carica di A.D., in quanto sono ancora in corso le normali procedure per il completamento dell’iter necessario all’assunzione della qualità di socio prima e di A.D. (…) La Società, pertanto, esprime la propria condanna ed il proprio netto dissenso rispetto a qualsiasi forma di connivenza o compartecipazione ad attività di stampo mafioso e/o camorristico, avendo sempre respinto sdegnosamente tali condotte malavitose a cui si sente profondamente estranea”.

Va detto però che solo pochi giorni prima, il sito ufficiale pubblicava la citata nota di precisazione alle dichiarazioni da parte dello stesso Di Matteo, che si firmava “amministratore delegato Teramo Calcio” e che in quel ruolo è stato già anche presentato.

SINDACO: NON GRADITO.  Pesanti anche le parole di condanna da parte di  Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo: “La camorra è una scelta di morte e non di vita. Nessun cittadino teramano si riconosce in parole che non denuncino come la camorra, al pari di ogni altra organizzazione criminale di stampo mafioso, sia sopraffazione, delinquenza, dispregio delle leggi e della libera convivenza. Non possiamo accettare che chi si unisce alla nostra comunità in qualche modo giustifichi o “rispetti” quei comportamenti, quelle scelte di vita e quella cultura”

MORRA: RIPROVAZIONE. Una vicenda che ha avuto forte eco mediatica arrivando anche in Parlamento. In un tweet, il  presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra scrive: “Stupore e riprovazione per le parole dell’amministratore delegato del Teramo Calcio. Lo sport non può che essere rispetto delle regole, chi considera la camorra una realtà da rispettare è un soggetto che dello sport e non solo non ha capito lo spirito“.

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