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Il 2018 della Ternana in 21 lettere: l’alfabeto rossoverde

L’anno solare della Ternana, 365 giorni vissuti pericolosamente: Pochesci, il derby,  De Canio, la contestazione e non solo: cronaca di un’annata che resterà nella storia

A come Allenamenti: Soprattutto in questo campionato, sono stati la ‘croce’ della Ternana. Prima perchè di fatto la squadra non ha potuto effettuare una preparazione unica e completa, vista l’estate turbolenta, poi perchè è stata costretta a girovagare per i campi del comune, data prima l’indisponibilità e poi le condizioni sia del Liberati che del Taddei. E poi anche perchè il gruppo sembra assottigliarsi ogni volta, fra infortuni e situazioni varie. Naturalmente, anche A come Allenatori: tre nel 2018, Pochesci, Mariani e De Canio.

B come Bandecchi: Nel bene e nel male, il patron rossoverde è stato protagonista del 2018 della Ternana, perchè ci ha messo la faccia quando la squadra è retrocessa e allo stesso tempo è andato a prendersi gli applausi alla presentazione. Comunicati lunghi, chilometrici, prolissi, irruzioni in sala stampa. Sicuramente si è fatto sentire. B anche come serie B persa, malamente e obiettivo fissato per la stagione in corso.

C come Contestazione: A Terni non si vedeva una contestazione come quella che c’è stata la vigilia di Natale dai tempi della gestione di Tommaso Fioretti. Nemmeno le recenti disavventure rossoverdi avevano condotto ad una situazione simile e nei 13 anni di Longarini aveva generalmente prevalso il disinteresse. Ma le parole – come diceva Nanni Moretti – sono importanti e quelle della società, i proclami e gli annunci, hanno il loro peso e stridono con la situazione attuale.

D come Don Chisciotte: La canzone di Francesco Guccini, che il patron Bandecchi ha deciso di far suonare dall’altoparlante dello stadio nel periodo in attesa delle decisioni del Collegio di Garanzia del Coni e anche successivamente, è diventato una sorta di inno di battaglia, che ha coinvolto anche tanti tifosi, giunti allo stadio persino per ascoltarlo ‘live’.

E come Eleven Sports: La vita dura del tifoso di serie C, ma anche quella del tifoso calcistico in generale, costretto a ripiegare sulle piattaforme online per seguire la propria squadra del cuore. I tifosi rossoverdi hanno scoperto così la piattaforma che ospita serie C TV e che trasmette tutte le partite in diretta. C’è voluto – come avevamo testato – un periodo di rodaggio e qualche accorgimento…

F come Fabbricini: Inevitabilmente, il nome di Roberto Fabbricini, commissario straordinario della Figc sino allo scorso ottobre, resta fra quelli che hanno segnato la stagione. Tutto è partito dalle sue decisioni, una spirale dalla quale la Ternana non è ancora uscita.

G come Gioco: De Canio è sotto accusa per l’assenza di un gioco e forse anzi sicuramente c’è un po’ di verità, ma non è che il gioco di Pochesci, benchè spettacolare, fosse più redditizio: un modulo inedito, il 3-3-1-3 senza difesa. che ha fruttato appena tre vittorie nelle 23 partite col tecnico romano alla guida e che ha gradi responsabilità sulla retrocessione rossoverde. In tempi passati, allenatori con un gioco non certo divertente – per esempio Clagluna – hanno vinto molto. E non è che il Pordenone di Tesser primo in classifica sia così spettacolare.

H come Hype: La visibilità mediatica è uno dei punti su cui questa proprietà ha puntato da sempre, sin dal giorno dell’insediamento e dello sbarco di Bandecchi in elicottero. Ternana sotto i riflettori, spesso e volentieri: da Pochesci, alla sede, ai lavori allo stadio, alla pagina fissa sul Corriere dello Sport, alle tantissime iniziative. Sul fronte del ‘brand placement’ le cose vanno meglio che in campo, almeno per adesso.

I come Inesperienza: Quella della proprietà nel mondo del calcio è stata palpabile, sin dall’inizio, con alcune scelte avventate sulle quali la società è tornata indietro, per esempio il blocco-Fondi smantellato a inizio 2018, sino alla vicenda del no ai calciatori stranieri. Anche recentemente in un comunicato, Bandecchi aveva ammesso alcuni errori. Purtroppo, strada facendo, la Ternana li ha pagati cari.

L come Leone: Luca Leone, nuovo direttore sportivo, è il terzo della gestione Bandecchi dopo Luca Evangelisti e Danilo Pagni. A lui il compito di mettere ordine in un organico con diverse falle e parecchi giocatori da valutare, sotto diversi aspetti. Attendiamo la presentazione, per capire quali saranno le linee d’azione, ma intanto a lui va il nostro ‘Buon lavoro’.

M come Montalto e Marilungo: I due bomber rossoverdi, il primo protagonista del 2018 in serie B, l’altro capocannoniere in questa prima parte di stagione in serie C. Il loro apporto non è servito sin qui a regalare le soddisfazioni sperate alla formazione rossoverde. Nel caso del centravanti di Montegranaro, c’è ancora tempo.

N come Nuovi avversari: Il ritorno in serie C ha catapultato la Ternana in una realtà del tutto inedita, visto che in 7 anni di assenza il campionato è profondamente cambiato. Il campionato ha regalato cinque confronti inediti e diversi match che sono tornati dopo lungo tempo.

O come Ottimismo: Si dirà che infondere ottimismo è cosa normale ed ovvia, per una società ed un allenatore ed in effetti è vero. Quello che è però stride – soprattutto in questa stagione – è l’ottimismo a prescindere dagli eventi che si sono susseguiti, talvolta anche negando l’evidenza degli stessi. In particolare il fatto che per vincere la serie C non basta avere una Ferrari, bisogna anche saperla guidare nei circuiti tortuosi. E finora, la cosa non sta riuscendo bene-

P come Pochesci e Pagni: Il 29 gennaio finisce l’avventura del tecnico romano sulla panchina della Ternana, ma non il riflesso mediatico delle sue 23 partite, sfociate in continue interviste, prese di posizione ed un libro. Il ritorno del direttore sportivo calabrese invece avrebbe dovuto essere un omaggio della società alla piazza, ma si è rivelato subito motivo di scontro e frizione. Già ad agosto, Ranucci si era affrettato a mettere a tacere le voci su possibili contrasti col tecnico, ma a a settembre, la posizione defilata del ds durante la presentazione era emersa chiaramente. Sino alla risoluzione consensuale.

Q come Quarantadue: Come le gare ufficiali giocate dalla Ternana nel 2018: 39 di campionato, alle quali si aggiungono le tre di Coppa di quest’anno (Pontedera, Carpi e Sassuolo). Senza contare la gara non conclusa col Rimini. Media punti? Desolante.

Ternana veduta stadio LiberatiR come Retrocessione: Inevitabile l’abbinamento, visto che i rossoverdi hanno inanellato questo poco invidiabile traguardo dopo 7 anni ma anche  R come Ranucci, il presidente rossoverde, pure lui sempre presente nel bene o nel male in questa stagione e in tutte le vicende che hanno visto protagonista la Ternana dall’insediamento della Unicusano.

S come Stadio: La vicenda dell’acquisizione dello stadio Liberati, o meglio della volontà di acquistarlo da parte della Unicusano tiene banco e terrà banco ancora per parecchio, almeno sino a quando il Comune non avrà dato una risposta chiara alla società, anche se la strada pare ormai indirizzata. Nel frattempo però la società ha investito per i lavori: sarà disposta ad accettare un nuovo canone? Ma anche S come Sede. Nel 2018 la società si è insediata a via della Bardesca, dentro i locali dell’Istituto Leonino, trasferendosi da via Aleardi. Stanno emergendo alcuni problemi in merito

T come Tribunali: Un’estate assurda, quella della Ternana, passata fra il Collegio di Garanzia del Coni, il Tribunale Federale Nazionale, la Corte di Giustizia Federale, il Tribunale Amministrativo Regionale e il Consiglio di Stato, per la vicenda ripescaggi. E non è ancora finita…

Lavori all'antistadio TaddeiU come Ultimi: Sul campo, l’anno scorso, la Ternana ha chiuso ultima prima che la giustizia sportiva, fuori tempo massimo, penalizzasse il Cesena di 15 punti. Ultimi come difesa, l’anno scorso, ultimi per numero di vittorie. E ultimi quest’anno, a cominciare il girone e chiudere l’andata. Anzi, non è ancora chiusa…

V come Vendetta: Una vendetta, quella sul Perugia, che la Ternana attendeva dal 1991: tanto era passato dall’ultimo derby vinto al Curi. E nel frattempo c’era anche stata qualche umiliazione, come il celebre 4-0. Un’estasi a cui purtroppo seguirono però 5 sconfitte e la retrocessione.

Z come Zolle: Prima i lavori all’erba del Liberati, poi a quella del Taddei. L’opera di rizollamento del primo e di risemina dell’erba naturale al posto di quella sintetica sul secondo avrebbero dovuto essere un toccasana. E invece ben presto il verde è tornato a lasciare spazio al marrone. Anche lo stesso De Canio non ha nascosto il proprio disappunto per la situazione.

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